Giovani

Relazioni difficili ma preziosi

Come servire i ragazzi dai 9 ai 13 anni

Quest’articolo di Eddy Caputo cortesia del giornale Campo Base, numero 49, per le guide scout e per gli amici dell’ASEI. Usato con permesso.

Permetti che ti faccia prima una domanda: qual è quell’aspetto che meglio descrive il carattere del tuo ministero fra i giovani? Capacità? Tecnica? Simpatia? Visione?

Stavo leggendo un libro, Defying Gravity, scritto da Daniel Henderson che mi era stato regalato dall’autore stesso. Ad un certo punto sono stato catturato da un interessante paragrafo che parlava sulla preghiera delle guide della chiesa.

Il pensiero chiave che mi ha sconvolto è stato quando Henderson scrive che la nostra preghiera è fortemente influenzata dall’odierna cultura individualista. Questa influenza non fa altro che ristringere e soffocare quello che dovrebbe essere uno dei nostri impegni più importanti: un cuore per gli altri. Il Dott. Henderson passa poi a sintetizzare in cinque punti quelli che sono gli “antidoti” per una preghiera efficace senza confinamenti. Uno di questi afferma che dobbiamo mostrare un buon atteggiamento anche con chi mostra indifferenza e persino ostilità verso di noi. Facile a dirsi…difficile a farsi.

Ma tutto questo cosa ha a che fare con il ministero scout? Si domanderà qualcuno. È presto detto.

Divario sempre più ampio

Il mio pensiero ora si sposta a tutti quei ragazzi e ragazze che sono nelle nostre chiese e nei nostri distretti scout. Ragazzi che a volte sembrano indifferenti e persino ostili.

Ragazzo divario sempre più ampio

Non possiamo certo negare che la loro è un’età molto difficile sotto tanti punti di vista; c’è un divario generazionale che si va sempre più distanziando e che è difficile recuperare se non con duro lavoro e grande perseveranza.

Purtroppo noi più adulti siamo già così tanto impegnati a mantenere e risanare i rapporti con quelli della nostra stessa generazione, figuriamoci se possiamo dedicarci ai ragazzini.

E poi loro sembrano così distanti e alieni da quello che ci aspettiamo da loro che quando sbagliano, e sbagliano molto e spesso, la nostra reazione naturale è quella di criticarli o quanto meno sentire un certo fastidio. Non ci viene facile pensare che loro stanno facendo dei tentativi per diventare uomini e donne; forse dimentichiamo che loro non hanno esperienza, non hanno ancora maturato quei valori e quei principi a noi tanto cari per cui abbiamo lottato e faticato prima di afferrarli.

A volte il loro modo di vestire è goffo o eccentrico, i loro portamento è sgraziato, il loro linguaggio è sgrammaticato e codificato ma in tutto questo c’è una spiegazione.

Ricerca di attenzione

Andy Back, nel suo libro: Working with 9-13s (Lavorare con i ragazzi dai 9 ai 13 anni) ci ricorda che i giovanissimi sono alla ricerca di attenzione e questa ricerca li porta, però, a fare anche cose sbagliate. Il suggerimento di Back è quello di dare loro attenzione, in questo modo, oltre che allacciare un rapporto più stretto con i ragazzi, previene i loro modi sbagliati di averla.

Sia Henderson che Back sanno molto bene quanto è difficile andare contro la nostra natura, ma i risultati ci ripagheranno di tutte le nostre paure e fatiche.

Non tanto tempo fa si è ricordata la morte di Muccioli, un uomo che ha scelto di spendere gli ultimi suoi anni di vita al recupero dei giovani tossicodipendenti, mi ha colpito il suo atteggiamento e disponibilità verso le persone “difficili” che lo affrontavano anche con modi forti e con denunce. Non entro in merito a queste storie, ma mi ha colpito la sua tenacia e la sua forza di volontà mostrata oltrepassando quel confine di ostilità che i giovani tossici provavano per la società e che la società provava per loro. Qualcuno aveva finalmente osato… e aveva vinto.

Oggi Muccioli non c’è più, ma il suo lavoro continua portato avanti da altri con altrettanto impegno e soprattutto con grande beneficio per quei ragazzi
“difficili”.

Conclusioni

Come guide scout abbiamo il dovere di pregare per tutti i ragazzi e di avvicinarci a loro per mostrare tutto l’amore di Dio. Dio li ha messi sul nostro sentiero e noi dobbiamo approfittare dell’occasione prima che qualcun altro lo faccia. Noi siamo fortificati dalla potenza dello Spirito Santo che ci accompagna ogni giorno nel nostro ministero scout…non dobbiamo mai dimenticarlo!

Cosa sta caratterizzando il tuo ministero fra i giovani? Spero che nelle prime posizioni ci siano la preghiera e una buona disposizione.

– Eddy