Questo articolo di Claudia Guiati cortesia di “Donne Cristiane nel Web”.

Hai già avuto modo di confrontarti con l’uso di droga?

Pare che il 60% degli adolescenti italiani abbia avuto la possibilità di farne uso nelle discoteche o addirittura all’uscita della scuola. Se non ti è ancora capitato significa che vivi in un ambiente “protetto” o che prima o poi ti capiterà…

È il caso allora di parlarne brevemente, anche se la scuola e i media ti hanno già informato: ma il nostro scopo è di vedere le cose dal punto di vista di Dio.

Ma perché drogarsi?

L’insoddisfazione, la curiosità, l’attrazione del frutto proibito sono fattori determinanti.

«Andiamo tastando la parete come i ciechi, andiamo a tastoni come chi non ha occhi; inciampiamo in pieno mezzogiorno come nel crepuscolo, in mezzo all’abbondanza sembriamo dei morti.»
Isaia 59:10

Ecco come descrive la nostra società benestante il profeta Isaia. Siamo circondanti da mille confort e sollevati da molte delle preoccupazioni tipiche dell’esistenza, ma l’insoddisfazione è quasi generale e tocca tutte le classi sociali e tutte le età.

Quanti ragazzi sono delusi dei loro rapporti familiari, dei loro risultati scolastici; quanti poi temono il futuro, preoccupati di non trovare un lavoro, un compagno/a per creare la propria famiglia!

Le droghe rappresentano allora una possibilità di evasione in un universo spirituale ed anche, nel caso della cocaina o del crak, di valorizzazione personale. Queste droghe, infatti, hanno l’effetto di moltiplicare le capacità intellettuali, di cancellare la fatica, di ridare fiducia in sé stessi; ma allo stesso tempo producono un effetto degradante della psiche e conducono alla dipendenza totale.

Sicuramente i giovani consumatori non sono all’oscuro dei pericoli delle droghe; ma siccome sono gli “adulti ipocriti” che le proibiscono, sono convinti che essi impongano questi divieti per una sorta di gelosia o di rabbia, visto che loro non hanno il coraggio di avventurarsi in questo universo sconosciuto.

«No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio» (Genesi 3:5) aveva detto il diavolo ad Eva ed Adamo davanti all’albero proibito. Egli parla ancora allo stesso modo a tutta questa generazione curiosa di novità.

La tua risposta

La tua risposta deve essere un “No!” convinto.

Hai forse bisogno di novità, quando in Cristo hai tutto pienamente? (Colossesi 2:10)

Tu sai che il tuo corpo è il tempio dello Spirito Santo e che non appartiene a te stesso! (1 Corinzi 6:19).

Avrai tutti i vantaggi a rispettare il tuo corpo e a dire di “No!” alla droga, come al fumo e all’alcool.

Certo che sei libero, visto che “ogni cosa ti è lecita”, vale a dire che Dio ti permette di fare ogni cosa; ma ti dice anche che “non ogni cosa è utile.” Perciò sarà un bene per te, impegnarti a vivere come l’apostolo Paolo questa affermazione: “Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla.”

Quando sarai determinato a vivere rispettando ed amando il tuo corpo, perché è un dono di Dio, avrai poi la responsabilità nei confronti dei potenziali clienti della droga: cioè i tuoi compagni di scuola ed i tuoi amici, che sono insoddisfatti, perché mancano di una relazione vitale con il loro Creatore.

Come disse Pascal, il vuoto del loro cuore ha la forma di Dio. Sta a te presentare loro il pezzo mancante, perché possano diventare un giorno degli uomini e delle donne completi.

Ricordati che sono costantemente in balia della tentazione che va al di là delle loro forze. Se conosci dei ragazzi drogati, non pensare di poter risolvere il loro problema da solo: chiedi aiuto ad adulti fidati, o magari ai responsabili della tua chiesa. Tirar fuori qualcuno dalla droga è un lavoro lungo e difficilissimo, perché è una lotta costante: solo gli esperti sono in grado di guidare un giovane verso l’uscita del tunnel, con l’aiuto di Dio.

Vorrei darti un consiglio, lo stesso che l’apostolo Paolo diede ad un giovane di nome Timoteo:

«Nessuno disprezzi la tua giovane età…
ti ordino di osservare questo comandamento
da uomo senza macchia, irreprensibile,
fino all’apparizione
del nostro Signore Gesù Cristo.»
1 Timoteo 4:12 e 6:14