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Il problema del male

Aggiornamento: Ravi Zacharias International Ministries ha annunciato nel 2021 i risultati di un’indagine sulla condotta di Ravi Zacharias. Le loro conclusioni sono veramente pesanti. Mentre lasciamo pubblicato questo storico articolo, è con grande tristezza che abbiamo preso la decisione di rimuovere ogni link, tag ed associazione con Ravi Zacharias.

La risposta nella morte di Gesù

Quest’articolo contiene estratti dal quinto capitolo del libro “Perché tra i tanti proprio Gesù” di Ravi Zacharias (Italia per Cristo editore in collaborazione con Soli Deo Gloria). Il libro è disponibile ad un prezzo conveniente (3 copie per circa Euro 10) presso Kurt Jost (Soli Deo Gloria). Usato con permesso.

Alcune persone negano l’esistenza del male. Altre accusano il Signore per il problema del male nel mondo. Il Cristianesimo, invece, afferma che è proprio la morte di Gesù che offre un chiaro segnale della realtà del male ma anche del desiderio di Dio di porvi fine.

Chiesa

Infatti, la morte di Gesù sulla croce è l’unico modo per cui possiamo ammettere che il male sia reale, senza cadere nell’errore di accusare Dio d’indifferenza verso il male. Il nucleo del messaggio cristiano evidenzia un’espressione completamente singolare davanti alla realtà del male. La morte di Gesù proclama un messaggio con forza triplice. Essa dimostra:

  • Che il male è distruttivo e quindi causa la sofferenza;
  • Che è possibile sopportare anche la sofferenza non meritata;
  • Che Dio ha un piano per porre fine alla sofferenza.

Il premio Nobel Elie Wiesel racconta, in uno dei suoi scritti, una vicenda della sua prigionia ad Auschwitz. Tutti i prigionieri del campo furono obbligati ad assistere all’esecuzione di un prigioniero ebreo. Mentre il condannato penzolava dalla forca, calciando e lottando per la vita, rifiutando di morire, un uomo accanto a Wiesel mormorò sottovoce con angosciata disperazione: “Dov’è Dio? Dov’è!”

Come dal nulla, racconta Wiesel, udì una voce dentro il suo cuore che diceva: “È lì, sulla forca; dove altrove potrebbe essere?”

Ravi

Quando noi soffriamo, Dio soffre con noi. Gesù ha sofferto l’urto più brutale della sofferenza immeritata. Egli non aveva fatto nulla di male, eppure fu inchiodato su una croce. Se qualcuno ha mai avuto motivo di gridare: “C’è un errore!”, ed esigere di trovare sollievo nella sua sofferenza ingiusta, quel qualcuno era Gesù. Eppure Gesù rimase lì, sulla croce, per distruggere il peccato e la morte per chiunque avesse messo la sua fede in lui.

Quando soffriamo, possiamo essere certi che Dio è molto più vicino a noi di quanto non possiamo immaginare. Quando soffriamo, possiamo sapere che Dio capisce. Quando soffriamo, abbiamo la garanzia che, in Cristo, Dio sta effettuando un piano per distruggere il male.

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